bellomo_2013

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-Piccolo glossario del commento: 
  
-==== A ==== 
  
-Abigeato, s. m. [dal lat. tardo abigeatus -us; v. abigeo]. – Reato consistente nel furto di bestiame.: 395.\\ 
-Anfesibena: XXV, 122n.\\ 
-Aposiopesi: 376.\\ 
-Apotema (cono rovesciato lungo l'): 233.\\ 
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-==== B ==== 
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-Brachilogica (espressione), XXVIII, 22-23: caratterizzato da brachilogia; conciso, privo di amplificazioni retoriche.\\ 
-Bruttare: XIII, 10n.\\ 
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-==== C ==== 
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-Catacresi, XXIX, 139\\ 
-Conativo (valore), XXIII, 18n: forma verbale che esprime la volontà o lo sforzo, il tentativo di compiere un’azione.\\ 
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-==== D ==== 
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-Deittico, 555: che designa con evidenza, con precisione; in partic., riferito a pronome o aggettivo, sinon. di dimostrativo. Con sign. più ampio, in linguistica, elementi o fattori d., quelli che servono a situare l’enunciato nello spazio e nel tempo, e a precisare chi sia il soggetto parlante e quello ascoltante\\ 
-Denominale: XXV, 3n, 114n.\\ 
-Dettatoria (retorica): 202.\\ 
-Diuturno, XVI, 127-29: per lungo tempo.\\ 
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-==== E ==== 
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-Ecdotico (azzardo), XXVIII, 135\\ 
-Epitesi, XXXI, 67: aggiunta di qualche fonema alla fine di una parola (è detta anche //paragoge//).\\ 
-Equivoca (rima): XXV, 76.\\ 
-Equoree (profondità),  agg. [dal lat. //aequoreus//, der. di //aequor// -ŏris «mare, superficie piana», der. di //aequus// «uguale, piano»], poet. – Del mare, marino: //nell’aprica terra ... o nell’e. seno// (Leopardi); //per l’e. via// (Carducci): 269\\ 
-Etera (terenziana): XVIII, 133n.\\ 
-//Exemplum fictum//: XV, 96-96.\\ 
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-==== F ==== 
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-Franta (rima), XXVIII, 123\\ 
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-==== I ==== 
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-Iperbato, s. m. [dal lat. //hyperbăton//, gr. ὑπέρβατον, «trasposizione»]. – In genere, collocazione delle parole in ordine inverso dal consueto; diversamente dall’anastrofe, forma di «metatesi a contatto» che riguarda la disposizione reciproca delle parole di un sintagma ed è perciò un fatto meramente sintattico, l’iperbato è una figura stilistica, che costituisce una «metatesi a distanza» e consiste nell’inserire in un sintagma, o nel preporre a questo, elementi della frase da esso logicamente dipendenti, al fine di ottenere particolari effetti di suggestione poetica. Così, per es., nel verso del T. Tasso (//Ger. Lib.// VI, 104): //O belle a gli occhi miei tende latine!//, o nel verso del Foscolo (//Sepolcri//, 172): //Mille di fiori al ciel mandano incensi//. XXVIII, 22-23\\ 
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-==== M ==== 
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-Metalessi (o metalèpsi), s. f. [dal lat. metalepsis, gr. μετάληψις, propr. «sostituzione», der. di μεταλαμβάνω «prendere invece»]. – Figura, molto rara, della retorica classica, tipo particolare di metonimia consistente nel sostituire il termine proprio non col suo immediato traslato, ma passando attraverso gradi intermedî: XXV, 96n.\\ 
-Modale: XXV, 16n.\\ 
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-==== O ==== 
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-Occhio (rima per), XXXI, 67\\ 
-Odeporica (struttura), XLVIII: [dal gr. ὁδοιπορικός agg. der. di ὁδοιπορία «viaggio»] (pl. m. -ci), letter. – 1. agg. Che è proprio di un viaggio, che riguarda un viaggio. 2. s. m. Descrizione di un viaggio, resoconto di notizie, esperienze e sim. raccolte durante un viaggio.\\ 
-Ossìtona (forma), agg. [dal gr. ὀξύτονος, comp. di ὀξύς «acuto» e τόνος «accento»]. – Nella grammatica greca, di parola che ha l’accento acuto sulla vocale dell’ultima sillaba (anche come s. f., le ossitone, o, non com., come s. m., gli ossitoni). Il termine è usato anche per lingue diverse dal greco, per indicare parole accentate sull’ultima sillaba: XXXI, 67\\ 
-Ottativo, XVI, 127-29; XXII, 68n: modo che nel sistema verbale di alcune lingue ha la funzione di esprimere il desiderio e la possibilità.\\ 
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-==== P ==== 
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-Poliptoto (non com. polittòto) s. m. [dal lat. tardo polyptoton, gr. πολύπτωτον, neutro sostantivato dell’agg. πολύπτωτος «dai molti casi», comp. di πολυ- «poli-» e πτωτός agg. verbale di πίπτω «cadere»]. – Figura retorica che consiste nel riprendere in frasi successive di un periodo una parola, di solito la prima, della frase iniziale (o anche nel riprendere la parola nella frase stessa) mutando il caso o il genere o il numero. Per es.: «quantum nomen eius fuerit, quantae opes, quanta in omni genere bellorum gloria, quanti honores populi Romani» (Cicerone, Pro Deiotaro, 12): XIII, 25n\\ 
-Prolessi; prolettici: 407; 554: figura retorica consistente nel prevenire, confutandola, una possibile obiezione.\\ 
-Protonia, protonica: XVI, 127-29; XXIII, 63: la condizione cioè della sillaba [...] (o della vocale, del dittongo, della consonante) che nella parola viene prima della sillaba accentata.\\ 
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-==== S ==== 
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-Scempia, XVI, 127-29: semplice, non doppia.\\ 
-Sinestesia: I, 60; V, 28.\\ 
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-==== T ==== 
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-Teratologico (gusto), s. f. [dal gr. τερατολογία, propr. «esposizione, raccolta di cose mostruose», comp. di τερατο- «terato-» e -λογία «-logia»]: 269\\ 
-Testò (fece testamento), 526\\ 
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-==== V ==== 
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-Vicario: XXV, 132n.\\ 
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-==== Z ==== 
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-Zeugma, s. m. [dal lat. tardo //zeugma//, gr. ζεῦγμα, propr. «legame, unione», der. del tema di ζεύγνυμι «unire, aggiogare»] (pl. -i). – Una delle cosiddette «figure grammaticali», consistente nel far dipendere da un unico predicato due complementi o due costrutti diversi, dei quali uno solo si conviene a quel predicato, come nel noto verso dantesco: //Parlare e lagrimar vedrai insieme// (//Inf.// XXXIII, 9), dove //vedrai// si adatta soltanto a //lacrimare//, non a //parlare//: XV, 96-96; XXXIII, 9. 
bellomo_2013.1580282689.txt.gz · Last modified: 2020/01/29 08:24 by francesco