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Inferno / Dante Alighieri ; a cura di Saverio Bellomo. - Torino : Einaudi, 2013. - LVIII, 585 p. ; 23 cm. - (Nuova raccolta di classici italiani annotati ; 22). - [ISBN] 978-88-06-18957-0. - [BNI] 2014-1958.
PREMESSA
Un nuovo commento oggi.
La struttura del commento.
Il testo di riferimento.
L'interpretazione.
SIGLE E ABBREVIAZIONI
I. Edizioni e commenti della «Commedia».
2. Manoscritti principali dell'«antica vulgata».
3. Altre opere di Dante.
4. Testi e saggi.
5. Libri biblici.
6. Altre abbreviazioni.
INTRODUZIONE ALLA COMMEDIA
I. Datazione.
2. Cronologia del viaggio.
3. Struttura dell'inferno.
4. Struttura del purgatorio.
5. Struttura del paradiso.
6. Statuto dell'autore.
7. Significato allegorico.
8. Forma.
9. Titolo dell'opera.
D. perduto nella selva oscura tenta di uscirne e di salire su di un colle illuminato dal sole. Tre fiere lo ostacolano. Compare V. che si offre di accompagnarlo attraverso inferno e purgatorio: da lì innanzi la guida sarà un'altra.
Timori di D. di non essere all'altezza del compito. V. racconta il suo incontro con B. e D. è rinfrancato.
La porta dell'inferno. I pusillanimi e, tra loro, colui che fece «il gran rifiuto». Caronte. Terremoto e tuono [Lampo, in realtà, il tuono è all'inizio del IV].
Primo cerchio: il limbo custodisce le anime buone che non ebbero la vera fede. Sono tormentate dal vano desiderio della visione di Dio. V. racconta la liberazione delle anime dei patriarchi da parte di Cristo. Il nobile castello abitato dagli «spiriti magni»: i grandi poeti, i Troiani e i Romani virtuosi e i filosofi. In disparte compare il Saladino.
Secondo cerchio: Minosse all'entrata giudica le anime e le destina alla loro sede infernale. Cerchio dei lussuriosi, che per pena sono trasportati da un vento impetuoso. Le anime dei morti per amore: Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Achille, Paride e Tristano. Colloquio con Francesca e Paolo.
Terzo cerchio: golosi. Sono flagellati da pioggia, grandine e neve e tormentati da Cerbero, cane tricefalo. Ciacco: profezia sulla prossima supremazia della parte dei Neri a Firenze. La condizione dei dannati dopo la risurrezione.
Quarto cerchio: Pluto sovrintende ad avari e prodighi, i quali spingono con il petto dei pesi e si rinfacciano vicendevolmente il rispettivo peccato. V. spiega la funzione provvidenziale della Foruna. Discesa al quinto cerchio, costituito dallo Stige, che forma una palude ove sono puniti gli iracondi.
Ancora nel quinto cerchio. Flegias traghetta D. e V. Filippo Argenti in alterco con D. La città di Dite: opposizione dei demoni sulla porta.
Ancora alle porte della Citta di Dite. Compaiono le Furie che invocano Medusa. L'atteso messo celeste giunge nel fragore e apre le porte della città. Sesto cerchio: all'interno, presso le mura, gli eretici puniti in arche infuocate.
Ancora nel sesto cerchio: gli eretici. Il sepolcro degli epicurei: Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti. La preveggenza dei dannati e la loro incapacità di conoscere il presente. Altri epicurei custoditi nella tomba: l'imperatore Federico II di Svevia e il cardinale Ottaviano degli Ubaldini.
Piccolo glossario del commento:
Brachilogica (espressione), XXVIII, 22-23
Catacresi, XXIX, 139
Conativo (valore), XXIII, 18: forma verbale che esprime la volontà o lo sforzo, il tentativo di compiere un’azione.
Deittico, 555: che designa con evidenza, con precisione; in partic., riferito a pronome o aggettivo, sinon. di dimostrativo. Con sign. più ampio, in linguistica, elementi o fattori d., quelli che servono a situare l’enunciato nello spazio e nel tempo, e a precisare chi sia il soggetto parlante e quello ascoltante
Diuturno, XVI, 127-29: per lungo tempo.
Ecdotico (azzardo), XXVIII, 135
Epitesi, XXXI, 67: aggiunta di qualche fonema alla fine di una parola (è detta anche paragoge).
Franta (rima), XXVIII, 123
Iperbato, XXVIII, 22-23
Occhio (rima per), XXXI, 67
Ossitona (forma), XXXI, 67
Ottativo, XVI, 127-29: modo che nel sistema verbale di alcune lingue ha la funzione di esprimere il desiderio e la possibilità.
Prolessi, 554: figura retorica consistente nel prevenire, confutandola, una possibile obiezione.
Protonia, XVI, 127-29: la condizione cioè della sillaba […] (o della vocale, del dittongo, della consonante) che nella parola viene prima della sillaba accentata.
Scempia, XVI, 127-29: semplice, non doppia
Testò (fece testamento), 526
Zeugma, XXXIII, 9