[185] Sì, in ogni uomo la gioia più grande è quella di uscire da sé, di dimenticarsi, di sconfinare. La memoria è la maledizione che gli dèi ci hanno impresso perché dopo ogni fuga si sia costretti a ritornare nel proprio odioso recinto. Ma ieri mi sentivo senza memoria, l'avevo tutta sepolta nelle pagine di questo diario, l'avevo cavata da me con tutte le radici, avevo l'allucinata impressione d'averla ultimata, che nulla del mio passato mi fosse rimasto dentro. Una volta scritta, pensavo, non sarà più mia. La mattina avevo letto e riletto questo caos informe, questi sconnessi accadimenti, quest'inverosimile susseguirsi di sciagure, e non avevo provato nessuna emozione personale.