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pianissimo

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pianissimo [2020/11/13 07:52] francescopianissimo [2020/11/29 23:07] (current) francesco
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 la tenerezza per la mia sorella\\ la tenerezza per la mia sorella\\
 e l'ingordo possesso della femmina,\\ e l'ingordo possesso della femmina,\\
-su dal cuore mi sboccia un'improvviso\\+su dal cuore mi sboccia un'improvviso((Con l'apostrofo nella mia edizione.))\\
 sincero desiderio di morire. sincero desiderio di morire.
  
 14. 14.
 +
 +Adesso che passata è la lussuria,\\
 +io son rimasto coi miei sensi vuoti,\\
 +neppur desideroso di morire((Riprende evidentemente la fine della poesia precedente.)).\\
 +Ignoro se ci sia nel mondo ancora\\
 +chi pensi a me e se il mio padre viva.\\
 +Evito di pensarci solamente.\\
 +Ché ogni pensiero di dolore adesso\\
 +mi sembrerebbe suscitato ad arte.\\
 +Sento d'esser passato oltre quel limite\\
 +nel qual si è tanto umani per soffrire,\\
 +e che quel bene non m'è più dovuto,\\
 +perché il soffrire della colpa è un bene.
 +
 +Mi lascio accarezzare dalla brezza,\\
 +illuminare dai fanali, spingere\\
 +dalla gente che passa incurioso\\
 +come nave senz'ancora né vela\\
 +che abbandona la sua carcassa all'onda.\\
 +Ed aspetto così, senza pensiero\\
 +e senza desiderio, che di nuovo\\
 +per la vicenda eterna delle cose\\
 +la volontà di vivere ritorni.
  
 15. 15.
 +
 +Svegliandomi il mattino, a volte io provo\\
 +sì acuta ripugnanza a ritornare\\
 +in vita, che di cuore farei patto\\
 +in quell'istante sesso di morire.
 +
 +Il risveglio m'è allora un altro nascere:\\
 +ché la mente lavata dall'oblìo\\
 +e ritornata vergine nel sonno\\
 +s'affaccia all'esistenza curiosa.\\
 +Ma tosto a lei l'esperienza emerge,\\
 +come terra scemando la marea.\\
 +E così chiara allora le si scopre\\
 +l'irragionevolezza della vita,\\
 +che si rifiuta a vivere, vorrebbe\\
 +ributtarsi nel limbo dal quale esce.
 +
 +Io sono in quel momento proprio come\\
 +chi si desti sull'orlo d'un burrone,\\
 +e con le mani disperatamente\\
 +d'arretrare si sforzi ma non possa.
 +
 +Come il burrone m'empie di terrore\\
 +la disperata luce del mattino.
  
 16. 16.
 +
 +Sempre assorto in me stesso e nel mio mondo\\
 +come in sonno tra gli uomini mi muovo.\\
 +Di chi m'urta col braccio non m'accorgo,\\
 +e se ogni cosa guardo acutamente\\
 +quasi sempre non vedo ciò che guardo.\\
 +Stizza mi prende contro chi mi toglie\\
 +a me stesso. Ogni voce m'importuna.\\
 +Amo solo la voce delle cose.\\
 +M'irrita tutto ciò ch'è necessario\\
 +e consueto, tuttociò che è vita,\\
 +com'irrita il fuscello la lumaca\\
 +e com'essa in me stesso mi ritiro.
 +
 +Ché la vita che basta agli altri uomini\\
 +non basterebbe a me.\\
 +E veramente\\
 +se un alto mondo non avessi mio\\
 +nel quale dalla vita rifugiarmi,\\
 +se oltre le miserie e le tristezze\\
 +e le necessità e le consuetudini\\
 +a me stesso non rimanessi io stesso,\\
 +oh come non esistere vorrei!\\
 +Ma un'impressione strana m'accompagna\\
 +sempre in ogni mio passo e mi consola:\\
 +mi par di passare come per caso\\
 +da questo mondo...
  
 17. 17.
Line 482: Line 556:
  
 18. 18.
 +
 +Forse un giorno, sorella, noi potremo\\
 +ritirarci sui monti, in una casa\\
 +dove passare il resto della vita.\\
 +Sarà il padre con noi se anche morto.\\
 +Noi lo vedremo muoversi per casa.\\
 +E allora capirà tutto il dolore\\
 +che traversammo uniti per la mano,\\
 +tu la vita, sorella, senza amore,\\
 +io la vita, sorella, senza inganni.\\
 +Ed io lavorerò allora all'altro\\
 +scopo pel quale vivo, di lasciare\\
 +un segno al mondo che son stato anch'io((Ma perché? È un secondo grado di esibizionismo anche questo?)).\\
 +E quando l'illusione non mi basti\\
 +di vivere nell'arte molte vite((O è piuttosto un desiderio di immortalità?)),\\
 +il tuo dolore farà muto il mio.\\
 +Per sentirci ogni giorno più vicini\\
 +ricorderemo a volte ciò che fu:\\
 +e andremo a ripassar pei luoghi dove\\
 +passammo a man di nostro padre piccoli,\\
 +perché il nostro alimento è l'amarezza.\\
 +E se vuota ci paja l'esistenza\\
 +e se il rimpianto di tutt'altra vita\\
 +alla gola ci afferri qualchevolta,\\
 +alla consolatrice unica andremo.\\
 +Delle giornate intere noi staremo\\
 +con le due mani aperte sopra l'erba,\\
 +quasi lieti d'esistere per quello.
  
 19. 19.
 +
 +Il mio cuore si gonfia di te, Terra,\\
 +come la zolla a primavera.\\
 +Io torno.\\
 +I miei occhi son nuovi. Tutto quello\\
 +che vedo è come non veduto mai:\\
 +e le cose più vili e più consuete,\\
 +tutto m'intenerisce e mi dà gioja.\\
 +In te mi lavo come dentro un'acqua\\
 +dove si scordi tutto di sé stesso.\\
 +La mia miseria lascio dietro a me\\
 +come la biscia la sua vecchia pelle.\\
 +Io non sono più io, io sono un altro.\\
 +Io sono liberato di me stesso.
 +
 +Terra, tu sei per me piena di grazia.\\
 +Finché vicino a te mi sentirò\\
 +così bambino, fin che la mia pena\\
 +in te si scioglierà come la nuvola\\
 +nel sole,\\
 +io non maledirò d'esser nato.\\
 +Io mi sono seduto qui per terra\\
 +con le due mani aperte sopra l'erba,\\
 +guardandomi amorosamente intorno.\\
 +E, mentre così guardo, mi si bagna\\
 +di calde dolci lacrime la faccia.
 +
 +inverno 1912
  
 **Parte seconda** **Parte seconda**
  
 1. 1.
 +
 +Taci, anima mia. Son questi i tristi\\
 +giorni in cui senza volontà si vive,\\
 +i giorni dell'attesa disperata.\\
 +Come l'albero ignudo a mezzo inverno\\
 +che s'attrista nella deserta corte\\
 +io non credo di mettere più foglie\\
 +e dubito d'averle messe mai.
 +
 +Andando per la strada così solo\\
 +tra la gente che m'urta e non mi vede\\
 +mi pare d'esser da me stesso assente.\\
 +E m'accalco ad udire dov'è ressa\\
 +sosto dalle vetrine abbarbagliato\\
 +e mi volto al frusciare d'ogni gonna.\\
 +Per la voce d'un cantastorie cieco\\
 +per l'improvviso lampo d'una nuca\\
 +mi sgocciolan dagli occhi sciocche lacrime\\
 +mi s'accendon negli occhi cupidigie.\\
 +Ché tutta la mia vita è nei miei occhi.\\
 +Ogni cosa che passa la commuove\\
 +come debole vento un'acqua morta.
 +
 +Io son come uno specchio rassegnato\\
 +che riflette ogni cosa per la via.\\
 +In me stesso non guardo perché nulla\\
 +vi ritroverei.
 +
 +E, venuta la sera, nel mio letto\\
 +mi stendo lungo come in una bara.
  
 2. 2.
 +
 +Piccolo, quando un canto d'ubriachi\\
 +giugevami all'orecchio nella notte\\
 +d'impeto su dai libri mi levavo.\\
 +Dimentico di lor((Dei libri.)) la chiusa stanza\\
 +all'aria della notte spalancavo\\
 +e mi sporgevo fuor dalla finestra\\
 +a bere il canto come un vino forte.\\
 +Con che occhi voltandomi guardavo\\
 +la chiusa stanza e dopo lei la casa\\
 +dove già tutti i lumi erano spenti!\\
 +Più d'una volta sulla fredda ardesia\\
 +al vento che passava nei capelli\\
 +alla pioggia che m'inzuppava il viso\\
 +io piansi delle lacrime insensate.
 +
 +Adesso quell'inganno anche è caduto((Continua il tono leopardiano.)).\\
 +Ora so quanto amara sia la bocca\\
 +che canta spalancata verso il cielo.\\
 +Pur se ancora mi desta dal mio sonno\\
 +quel canto d'ubriachi per la via\\
 +ad ascoltar mi levo con sospeso\\
 +dall'improvvisa commozione il fiato,\\
 +e vado ancora a mettere la faccia\\
 +nel vento che i capelli mi scompigli.\\
 +Rinnovare vorrei l'amara ebrezza\\
 +e quel sottile brivido pel corpo,\\
 +e il ben perduto cui non credo più\\
 +piangere come allora...\\
 +
 +Ma non m'escono\\
 +che scarse sciocche lacrime dagli occhi.
  
 3. 3.
 +
 +Nel mio povero sangue qualchevolta\\
 +fermentano gli oscuri desideri.\\
 +Vado per la città solo la notte:\\
 +e l'odore dei fondaci al ricordo\\
 +vince l'odor dell'erba sotto il sole.
 +
 +Rasento le miriadi degli esseri\\
 +sigillati in sé stessi come tombe.\\
 +E batto a porte sconosciute. Salgo\\
 +scale consunte da generazioni.\\
 +La femmina che aspetta sulla porta\\
 +l'ubbriaco((Qui con due //b//.)) che rece((Vomita.)) contro il muro\\
 +guardo con occhi di fraternità.\\
 +E certe volte subito trasalgono,\\
 +nell'andito malcerto in capo a cui\\
 +occhi di sangue pajono i fanali,\\
 +le mie nari che fiutano il Delitto(([[charles_baudelaire|Baudelaire]].)).
 +
 +Mi cresce dentro l'ansia di morire\\
 +senza avere il godibile goduto\\
 +senza avere il soffribile sofferto.\\
 +La volontà mi prende di gettare\\
 +come un ingombro inutile il mio nome.\\
 +Con per compagna la Perdizione\\
 +a cuor leggero andarmene pel mondo.
  
 4. 4.
 +
 +Io che come un sonnambulo cammino\\
 +per le mie trite vite quotidiane,\\
 +vedendoti innanzi a me trasalgo.\\
 +Tu mi cammini innanzi lenta come\\
 +una regina.\\
 +Regolo il mio passo\\
 +io subito destato dal mio sonno\\
 +sul tuo ch'è come una sapiente musica.
 +
 +E possibilià d'amore e gloria\\
 +mi s'affacciano al cuore e me lo gonfiano.\\
 +Pei riccioletti folli d'una nuca,\\
 +per l'ala d'un cappello io posso ancora\\
 +alleggerirmi della mia tristezza((Effetto della bellezza.)).\\
 +Io sono acnora giovane inesperto\\
 +col cuore pronto a tutte le follie.
 +
 +Una luce si fa nel dormiveglia\\
 +della mia via.\\
 +Tutto è sospeso come in un'attesa.\\
 +Non penso più. Sono contento e muto.\\
 +Batte il mio cuore al ritmo del tuo passo((Molto [[charles_baudelaire|Baudelaire]] anche in questo componimento.)).
  
 5. 5.
 +
 +A volte quando guardo la mia vita\\
 +e, tizzo che di cenere si copre,\\
 +ciò che feci ai miei occhi si scolora,\\
 +con un bivido freddo mi percorre\\
 +l'improvvisa paura di morire.
 +
 +Se domani morissi, se sapessi\\
 +di morire, la casa lascerei\\
 +ed uscirei a zonzo per le vie\\
 +per rimanere solo con me stesso\\
 +con sopra il capo il cielo vasto e vuoto\\
 +sotto i piedi la terra fredda e dura,\\
 +come solo sarei in faccia al nulla.
 +
 +Tra gli umidi guanciali non mi spenga\\
 +senza rumore qualche malattia,\\
 +come debole fiamma poco vento!
 +
 +Pellegrinando andare per quei luoghi\\
 +dove passai da piccolo con il padre:\\
 +dare\\
 +il primo bacio e l'ultimo agli amici:\\
 +toccare l'erba\\
 +come si tocca un capo di bambino\\
 +e saper che quell'è l'ultima volta:\\
 +prender congedo dalla dolce terra:\\
 +dolce così non mi sarà mai parsa...\\
 +Poi mettere alla vita il mio sigillo.
  
 6. 6.
 +
 +Io t'aspetto allo svolto d'ogni via,\\
 +Perdizione. Ti cerco dentro gli occhi\\
 +d'ogni donna che passa.\\
 +Sosto dai baracconi nelle fiere\\
 +a guardare la donna del serpente,\\
 +la fanciulla che vola...
 +
 +Oh voluttà di dar tutto per nulla!\\
 +Di tener nel conto di una paglia\\
 +questa vita ch'è tutto il nostro bene!
 +
 +Quella che tutti ebbero, che ride\\
 +facile e non capisce, quella che\\
 +con un crollar di spalle e un muover d'anca\\
 +dentro tutto il mio mondo mi dissolva,\\
 +quella più disprezzabile che ignora\\
 +la sua potenza\\
 +io prego che la strada m'attraversi.
 +
 +Io, come un mendicante che venuto\\
 +sulla sponda del fiume, sghignazzando\\
 +l'unico soldo che possieda getta,\\
 +per lei la vita getterei ridendo.
  
 7. 7.
 +
 +Quando attraverso la città la notte\\
 +io vivo la mia vita più profonda.
 +
 +Persiane silenziose illuminate!\\
 +Finestra buja aperta nella notte!\\
 +Negli atrii di pietra voce d'acqua!\\
 +Tra le bestie squartate lumicino\\
 +alla madonna! Ombre umane informi\\
 +dietro i vetri nebbiosi dei caffè!
 +
 +Mi trasformo nel cieco del crocicchio\\
 +che suona ritto gli occhi vaghi al cielo.\\
 +Voluttà d'esser solo ad ascoltarmi!\\
 +Udire nella mia notte per ore\\
 +avvicinarsi e dileguare i passi!\\
 +Essere la puttana che sussurra\\
 +la parola al passante che va oltre!\\
 +la vecchia della porta\\
 +che s'attacca pel soldo della grappa\\
 +al militare ch'esce nauseato!
 +
 +E voluttà di scendere più basso!\\
 +Rasentando le case cautamente\\
 +io sento dietro le pareti sorde\\
 +le generazioni respirare.\\
 +E so l'ostilità di certe vie\\
 +tozze,\\
 +la paura di certe piazze vuote...
 +
 +E forse inconscio m'incammino verso\\
 +(o mia liberazione) la Follia.
  
 8. 8.
 +
 +A volte sulla sponda della via\\
 +preso da un infinito scoramento\\
 +mi seggo: e dove vado mi domando,\\
 +perché cammino. E penso la mia morte\\
 +e vedo me già steso nella bara\\
 +troppo stretta fantoccio inanimato...
 +
 +Quant'albe nasceranno ancora al mondo\\
 +dopo di noi!\\
 +Di ciò che abbiam sofferto\\
 +di tuttociò che in vita ebbiamo a cuore\\
 +non rimarrà il più piccolo ricordo.
 +
 +Le generazioni passan come\\
 +onde di fiume...
 +
 +Una mortale pesantezza il cuore\\
 +m'opprime.\\
 +Inerte vorrei esser fatto\\
 +come qualche antichissima rovina,\\
 +e guardare succedersi le ore,\\
 +e gli uomini mutare i passi, i cieli\\
 +all'alba colorirsi, scolorirsi\\
 +a sera...
  
 9. 9.
 +
 +Magra dagli occhi lustri, dai pomelli\\
 +accesi,\\
 +la mia anima torbida che cerca\\
 +chi le somigli\\
 +trova te che sull'uscio aspetti gli uomini.
 +
 +Tu sei la mia sorella diquest'ora.
 +
 +Accompagnarti in qualche trattoria\\
 +di bassoporto\\
 +e guardarti mangiare avidamente!\\
 +E coricarmi senza desiderio\\
 +nel tuo letto!\\
 +Cadavere vicino ad un cadavere\\
 +bere della tua vita l'amarezza\\
 +come la spugna secca beve l'acqua!
 +
 +Toccare le tue mani i tuoi capelli\\
 +che pure a te qualcuno avrà raccolto\\
 +in un piccolo ciuffo sulla testa!\\
 +E sentirmi guardato dai tuoi occhi\\
 +ostili, poveretta, e tormentarti\\
 +domandandoti il nome di tua madre...
 +
 +Nessuna gioja vale questo amaro.\\
 +Poterti fare piangere, potere\\
 +pianger con te!
  
 10. 10.
 +
 +Talora nell'arsura della via\\
 +un canto di cicale mi sorprende.\\
 +E subito ecco m'empie la visione\\
 +di campagne prostrate nella luce...\\
 +E stupisco che ancora al mondo sian\\
 +gli alberi e l'acque\\
 +tutte le cose buone della terra\\
 +che bastavano un giorno a smemorarmi...
 +
 +Con questo stupor sciocco l'ubbriaco\\
 +riceve in viso l'aria della notte.
 +
 +Ma poi che sento l'anima aderire\\
 +ad ogni pietra della città sorda\\
 +com'albero con tutte le radici,\\
 +sorrido a me idicibilmente e come\\
 +per uno sforzo d'ali i gomiti alzo...
 +
 +maggio 1913
pianissimo.1605250321.txt.gz · Last modified: 2020/11/13 07:52 by francesco