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amos_oz [2016/06/24 15:24] francescoamos_oz [2019/09/25 12:03] (current) francesco
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 {{:ozstoriaamoretenebra.jpg?200 |}}**Una storia di amore e di tenebra** / Amos Oz ; traduzione di Elena Loewenthal. - Milano : Feltrinelli, [2003]. - 627 p. ; 22 cm.. - (Narratori). - [ISBN] 88-07-01643-5 {{:ozstoriaamoretenebra.jpg?200 |}}**Una storia di amore e di tenebra** / Amos Oz ; traduzione di Elena Loewenthal. - Milano : Feltrinelli, [2003]. - 627 p. ; 22 cm.. - (Narratori). - [ISBN] 88-07-01643-5
 +
 +(//Finito a Varigotti il 9 agosto 2016 alle 19//).
 +
 +1. Sono nato e cresciuto in un minuscolo appartamento al piano terra, forse trenta metri quadri sotto un soffitto basso: i miei genitori dormivano su un divano letto che la sera, quando s'apriva, occupava quasi tutta la stanza, da una parete all'altra.
 +
 +2. In cima alla gerarchia dei valori a quel tempo c'erano i pionieri.
 +
 +3. Riuscivo a scovare un po' dappertutto piccoli, svariati nunzi di quell'Europa che era la terra promessa.
 +
 +4. Solo in casa, un giorno d'inverno, verso sera.
 +
 +5. E allora, quanto c'è di autobiografico, nelle mie storie, e quanto di invenzione, invece?
 +
 +6. Spesso i fatti insidiano la verità.
 +
 +7. Sono passati quasi sessant'anni, ancora ricordo il suo odore: lo invoco, ed esso torna a me, un po' grezzo, un sentore impolverato eppure forte e gradevole, mi restituisce quel contatto con la fibra di iuta, e poi l'odore si mescola nella memoria alla consistenza della sua pelle, la folta chioma e i baffoni che mi solleticavano piacevolmente sulla guancia, come un giorno d'inverno trascorso in una vecchia cucina, calda e semibuia.
 +
 +8. Ogni due, tre sabati, salivamo in pellegrinaggio a Talpiyot, al villaggio di zio Yosef e zia Zipporah.
 +
 +9. Già all'ingresso mi cascava addosso un timore
 +reverenziale, come se il cuore stesso smaniasse per levarsi
 +le scarpe e camminare scalzo, in punta dei piedi, e
 +respirare educatamente, con la bocca chiusa.
 +
 +10. Dietro i vetri della credenza scura che stava in salotto
 +c'erano esposti un servizio di porcellana con dei motivi
 +floreali, dei vasi dal collo lungo, e oggetti di vetro,
 +porcellana e cristallo d'ogni sorta, una collezione di
 +vecchi candelabri di Channukah, piatti speciali per la festa
 +di Pasqua.
 +
 +11. Yosef Klausner era nato nel 1874 nella cittadina di
 +Oulkeniki, Lituania, e morì a Gerusalemme nel 1958.
 +
 +12. Qualche volta, dopo aver salutato lo zio Yosef e la zia
 +Zipporah, se non era troppo tardi ci fermavamo una ventina
 +di minuti, anche mezz'oretta, a casa del vicino di fronte.
 +
 +13. A volte restavamo a dormire dai nonni.
 +
 +14. Rabbi Alexander Ziskind di Horodino, defunto nell'anno
 +1794, è conosciuto dalla tradizione rabbinica con la formula
 +Yosha, cioè le iniziali del suo famoso libro //Fondamento e
 +Radice del Lavoro//.
 +
 +15. Proprio a Odessa, quand'era ancora un giovanotto baffuto
 +di diciassette anni, nonno si innamorò di una gran signora
 +di nome Shlomit Levin, amante degli agi e ansiosa di
 +frequentare l'alta società: sognava di diventare una gran
 +dama, di accogliere nel suo salotto persone famose, di
 +entrare in confidenza con artisti e di "vivere secondo uno
 +stile culturale".
 +
 +16. Nonna Shlomit, dama di rango, amante dei libri e fine
 +conoscitrice dell'animo di chi li scrive, trasformò la loro
 +casa di Odessa in un salotto letterario – forse il primo
 +salotto letterario in ebraico.
 +
 +17. Nonna lanciò intorno a sé uno sguardo atterrito e sancì
 +immediatamente il celebre verdetto, destinato a diventare il
 +suo motto per i venticinque anni a venire, l'intera sua vita
 +a Gerusalemme: il Levante è pieno di microbi.
 +
 +18. Lui visse ancora vent'anni dal giorno in cui nonna
 +Shlomit morì facendo il bagno nella vasca.
 +
 +19. Nel 1845 arrivarono a Gerusalemme, allora sotto il
 +governo turco-ottomano, il console inglese James Finn e la
 +di lui consorte Elizabeth-Anne.
 +
 +20. Ogni mattina Yehudah Arieh Klausner partiva con
 +l'autobus della linea numero 9, dalla fermata in via Gheulla
 +attraverso il quartiere bukharo, via Shemuel Ha Navi, via
 +Shimon ha Tzaddik, il villaggio americano e il quartiere
 +Sheikh Jarakh, diretto alla sede dell'università sul Monte
 +Scopus, dove studiava per il suo dottorato: storia con il
 +professor Richard Mikhael Kavner cui non era mai passato per
 +la testa di imparare l'ebraico, lingue semitiche con il
 +professor Chayyim Yaakov Polotzky, Bibbia con il professor
 +Umberto Moshe David Cassuto, e letteratura ebraica con lo
 +zio Yosef, cioè il professor dottor Yosef Klausner,
 +propugnatore di "Giudaismo e Umanesimo".
 +
 +21. Tre seggiole di paglia intrecciata stavano intorno al
 +nostro tavolo della cucina, sempre coperto con una tela
 +cerata a fiori.
 +
 +22. La città di Rovno, un importante nodo ferroviario, si
 +sviluppò intorno al castello e ai giardini dei principi
 +Lyubomirsky.
 +
 +23. Ricordo che discutevamo a lungo, con le nostre amiche,
 +con i ragazzi, con gli insegnanti al liceo e anche a casa,
 +fra noi, di argomenti quali la giustizia, il destino, la
 +bellezza, Dio...
 +
 +24. Intorno al giardino avevamo uno steccato che una volta
 +all'anno, in primavera, veniva ridipinto tutto di bianco.
 +
 +25. Menachem Gelerter, autore dello studio sul liceo Tarbut
 +di Rovno, menziona un insegnante di Bibbia, di letteratura e
 +storia del popolo ebraico.
 +
 +26. Sulle orme della sorella maggiore Haya, nel 1931 anche
 +Fania – che aveva allora diciotto anni – fu mandata a
 +studiare all'Università di Praga, dal momento che gli
 +istituti polacchi erano preclusi agli ebrei.
 +
 +27. A Rovno Fania aveva un amico, un corteggiatore, un
 +laureato, un ragazzo delicato e profondo, si chiamava Tarla,
 +o Tarlo.
 +
 +28. Che cosa mangiavano gli shkenaziti poveri a Gerusalemme
 +negli anni quaranta?
 +
 +29. Una ventina di anni dopo, il 28 luglio 1971, qualche
 +settimana dopo la pubblicazione del mio libro, //Fino a
 +morte//, ricevetti una lettera da questa amica di mia madre,
 +che allora era ormai sulla sessantina:
 +
 +30. Con che cosa comincia la mia memoria?
 +
 +31. Dal quartiere di Kerem Abraham si poteva arrivare al
 +mondo, quello vero, con l'autobus numero 3A, che fermava in
 +via Sofonia, vicino all'asilo della signora Hasia, o anche
 +con la linea 3B, che fermava all'altro capo di via Amos, in
 +via Gheulla angolo via Malachia.
 +
 +32. Il giardino non era propriamente un giardino, ma solo un
 +modesto riquadro di terra calpestata e compressa.
 +
 +33. Verso sera, d'estate.
 +
 +34. Mio padre aveva un debole per il sublime, mia madre
 +invece propendeva per la malinconia della rassegnazione e la
 +nostalgia.
 +
 +35. In fondo ero un bambino molto comodo: ubbidiente,
 +diligente, inconsapevolmente eppure assolutamente rispettoso
 +della gerarchia sociale in vigore (mamma e io subordinati a
 +papà, papà a mangiare polvere sulle orme dello zio Yosef, e
 +lo zio Yosef dal canto suo – malgrado la dichiarata
 +opposizione – che obbediva come tutti a Ben Gurion e alle
 +istituzioni ufficiali).
 +
 +36. Tutto quello che la vita non concesse loro, tutto ciò
 +cui non arrivarono, i miei genitori lo caricarono sulle mie
 +spalle.
 +
 +37. Nello stabile sulla discesa di via Zaccaria c'erano
 +quattro appartamenti.
 +
 +38. Terminata la prima, passai di colpo dalla tutela
 +esuberante della maestra Isabela e dei suoi gatti sotto
 +l'ala fredda e taciturna della maestra Zelda della seconda
 +(niente più gatti e una specie di luce rara, cinerina che
 +l'avvolgeva tutta e s'irradiava e subito m'avvinse).
 +
 +39. Dopo una trentina d'anni, nel 1976, mi invitarono per
 +due mesi a Gerusalemme in veste di //visiting professor//
 +all'Università ebraica.
 +
 +40. Ogni mattina, un poco prima o appena dopo che il sole è
 +spuntato, vado a vedere che cosa c'è di nuovo nel deserto.
 +
 +41. Fino a quella mattina non l'avevo mai vista, in vita
 +mia, una casa così.
 +
 +42. Lì, sotto il pergolato, c'era un gruppetto di ragazze
 +intorno ai quindici anni.
 +
 +43. "Toh, guarda, il nostro stratega in erba ci ha di nuovo
 +conquistato tutta la casa: in corridoio non si può più
 +passare, è tutto pieno di fortezze e torri di dadi,
 +postazioni di domino, mine di tappi di bottiglia e confini
 +di stecchi dello Shangai. [...]".
 +
 +44. Nel settembre e nell'ottobre del 1947 i giornali si
 +riempirono di congetture, analisi, ipotesi e valutazioni: la
 +proposta di spartizione sarebbe o meno stata presentata
 +all'Assemblea generale dell'Onu?
 +
 +45. Durante la cena papà mi spiegò che all'Assemblea
 +generale dell'Onu, che si sarebbe svolta il 29 novembre a
 +Lake Success, vicino a New York, era richiesta una
 +maggioranza di non meno dei due terzi, perché venisse
 +approvata la proposta della maggioranza dei membri
 +dell'UNSCOP di avere nei territori del mandato britannico
 +due stati indipendenti, uno ebraico e uno arabo.
 +
 +46. Molti anni dopo di allora ho scoperto che una donna che
 +conoscevo sin da bambino, la signora Abramsky, Tserta, la
 +moglie di Yaakov David Abramsky (entrambi erano di casa da
 +noi), in quei giorni teneva un diario.
 +
 +47. Due missionarie finlandesi abitavano in un appartamento
 +in fondo a via Ha Turim, nel quartiere di Mekhor Baruch:
 +Eili Havas e Rauha Moisio.
 +
 +Cita per la secondo volta il passaggio famoso di Geremia
 +17,9: «Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, è
 +incurabile, chi lo può conoscere?»
 +
 +48. Nell'inverno fra il '48 e il '49 quella guerra finì.
 +
 +49. Vicini di casa e amici tornarono a ritrovarsi le sere
 +d'estate nel nostro piccolo cortile, intorno a una tazza di
 +tè e una fetta di torta, conversando di politica e questioni
 +intellettuali.
 +
 +50. All'inizio papà si ritirò nella piccola cucina: la sera
 +provava a leggere lì, oppure apriva libri e schede sulla
 +cerata sopra il tavolo traballante e tentava di lavorare un
 +poco.
 +
 +51. Di tanto in tanto i miei genitori mi portavano con loro
 +quando andavano "in città", cioè in via King George o in via
 +Ben Yehudah, in uno dei tre o quattro rinomati caffè che
 +forse in qualcosa ricordavano loro quelli della Mitteleuropa
 +fra le due guerre: qui erano a disposizione i quotidiani in
 +ebraico e in lingua straniera, sorretti da lunghi bastoni,
 +oltre a una selezione di riviste, settimanali e mensili in
 +diverse lingue.
 +
 +Professor Samuel Hugo Bergman e incontri da lui, con
 +discussioni sull'aldilà.
 +
 +Gershom Scholem è spiarato questa notte. Ora sa.
 +
 +52. Nel 1949, pochi mesi dopo la fine della guerra e
 +dell'assedio alla Gerusalemme ebraica, andai a trovare
 +insieme a mio padre e a Yaakov David Abramsky lo scrittore
 +Yehoshua Heschel Yevin.
 +
 +A p.511 la spiegazione della foto di Ghirri in copertina:
 +«Mia madre era già lontana, allora. Ormai, ci voltava la
 +schiena.»
 +
 +53. Pochi anni dopo quella conversazione notturna, otto
 +forse nove anni dopo quella mattina in cui Menachem Begin e
 +il suo fronte mi avevano perduto per strada nella sala
 +dell'Edison, conobbi David Ben Gurion.
 +
 +54. Nell'autunno del 1951 lo stato di mia madre peggiorò
 +nuovamente.
 +
 +55. Nella raccolta di poesie di Zeev Jabotinsky, dopo //Col
 +sangue e col sudore/risorgerà la nostra stirpe//, dopo //Le
 +due rive del Giordano// e //Dal giorno in cui sono stato
 +chiamato al prodigio/di Betar e Sion e Sinai//, compaiono
 +anche le sue melodiche traduzioni di poesie straniere, quali
 +//Il corvo// e //Annabel Lee// di Edgar Allan Poe, e //La
 +//Principessa lontana// di Edmond Rostand, e la straziante
 +////Poesia d'autunno// di Paul Verlaine.
 +
 +56. Lo uccisi soprattutto cambiando nome.
 +
 +57. Alla fine di quell'estate mutai il mio nome e mi
 +trasferii con il mio borsone da Sde Nechemia a Hulda,
 +dapprima come studente esterno, con trattamento da convitto,
 +al liceo locale (che, per modestia financo eccessiva, si
 +definiva "classi di proseguimento").
 +
 +58. Quando abbandonai casa per andare a vivere in kibbutz,
 +avevo quindici anni allora, annotai su un foglietto alcune
 +decisioni cruciali che mi imposi come una sorta di esame in
 +cui non potevo permettermi di fallire: se ero davvero capace
 +di iniziare una nuova vita, allora dovevo cominciare
 +riuscendo ad abbronzarmi entro due settimane, diventando
 +nell'aspetto uguale a loro; dovevo smettere una volta per
 +tutte di sognare a occhi aperti, cambiare il mio cognome,
 +fare la doccia con acqua fredda due o tre volte al giorno,
 +vincere e debellare definitivamente, senza mezzi termini,
 +mie bassezze notturne, non scrivere più poesie, piantarla di
 +blaterare tutti il giorno, e di raccontare a tutti le mie
 +storie, e invece apparire come una persona molto taciturna.
 +
 +59. Al kibbutz Hulda c'era una maestra d'asilo, o forse
 +insegnava in prima elementare, la chiamerò Orna, una maestra
 +esterna al kibbutz che avrà avuto trentacinque anni, e
 +abitava nell'ultima stanza in una delle ale [sic, Dizionario Treccani: ala (ant. àlia) s. f. [lat. ala] (pl. ali, ant. o poet. ale, ant. àlie).] vecchie
 +dei caseggiati.
 +
 +60. Una settimana prima di morire, mia madre improvvisamente
 +stette meglio.
 +
 +61. Arrivai a Hulda che avevo quindici anni, circa due dopo
 +la morte di mia madre: viso pallido fra le abbronzature,
 +smunto quarto di pollo fra giovanotti corpacciuti e ben
 +piantati, infaticabile parlantina tra i taciturni,
 +versificatore fra coltivatori, stallieri e trattoristi.
 +
 +62. Trentotto anni aveva mia madre quando morì. Alla mia età
 +di adesso, potrei esserle padre.
 +
 +63. Mia madre mise fine alla sua vita a casa di sua sorella
 +in via Ben Yehudah a Tel Aviv nella notte fra sabato e
 +domenica, il 6 gennaio 1952, l'8 del mese ebraico di Tevet
 +dell'anno 5712.
amos_oz.1466774653.txt.gz · Last modified: 2016/06/24 15:24 by francesco