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film_2020

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Table of Contents

Gennaio

Mercoledì 1: il primo film dell'anno non può essere un film qualsiasi… decidiamo di guardare Letter from un unknown woman, il capolavoro di Max Ophüls del 1948. Il pretesto era che il film riunisce due attori che abbiamo visto negli scorsi giorni in film di Hitchcock: la bellissima Joan Fontaine (1917-2013), vista in Rebecca (1940) e Louis Jourdan, visto in The Paradine case (1947). Quando recita la parte della protagonista più adulta, la Fontaine ha una notevole somiglianza con Barbara Stanwyck (1907-1990).



Giovedì 2: dopo averne riparlato a Torino con Mariolina e Bruno, decidiamo di vedere Under Capricorn (1949), l'unico film di Hitchcock in costume (è ambientato in Australia, nel New South Wales, a Sydney, nel 1831). Lo avevo visto l'ultima volta domenica 26 agosto 2015, alla Cinémathèque, proprio con Mariolina, Bruno e Laura.



Ingrid Bergman as Lady Henrietta Flusky, old friend of Charles' sister
Joseph Cotten as Samson “Sam” Flusky, successful businessman and Henrietta's husband
Michael Wilding as Hon. Charles Adare, second cousin of the governor
Margaret Leighton as Milly, Flusky's housekeeper
Cecil Parker as the new Governor of New South Wales, Sir Richard
Denis O'Dea as Mr. Corrigan, Attorney General
Jack Watling as Winter, Flusky's paroled butler


L'anno dopo, Michael Wilding farà il sue secondo e ultimo film con Hitchcock: Stage fright.


Venerdì 3, dopo una cena in pizzeria allo Scugnizzo con Viano e Grappiolo, per non far saltare il nostro ritmo di film ad inizio anno, guardiamo un'oretta di L'amant, del 1992, di Jean-Jacques Annaud, con la bella voce recitante fuoricampo, in inglese, quella di Jeanne Moreau.

Jane March (1973): la jeune fille Tony Leung Ka-fai (1958): le Chinois Frédérique Meininger: la mère Arnaud Giovaninetti: l'aîné Melvil Poupaud: le jeune frère Lisa Faulkner: Hélène Lagonelle

A Brigitta non piacciono né Jane March né Tony Leung, preferisce piuttosto l'amica Hélèle.


Sabato 4 tornati dal ristorante “4 ciace” intorno alle 22.30, guardiamo l'ultimo film del nostro soggioro a Cuneo: Citizen Kane, primo film di Orson Welles, del 1941.


Domenica 5, sul TGV, una volta entrati in Francia, guardo (mi sembra il film giusto, visto il tema…) Compartiment tueurs, di Costa-Gavras del 1965. Tratto da un libro di Sébastien Japrisot, che ha scritto anche i dialoghi del film.


Martedì 7: primo film dopo il mio ritorno a Parigi, Mad Max, di George Miller, del 1979, primo episodio della fortunatissima saga distopica australiana.


Giovedì 9: la sera, finendolo proprio prima di mezzanotte, guardo I vitelloni, bellissimo Fellini del 1953.


Venerdì 10 guardo The big clock a 1948 American film noir directed by John Farrow and adapted by renowned novelist-screenwriter Jonathan Latimer from the novel of the same name by Kenneth Fearing. Con Ray Milland, Charles Laughton e Maureen O'Sullivan. Film mediocre, ma consigliatomi da Allan per il cast notevole.


Sabato 11, ancora un Fellini: Ginger e Fred, del 1986.


Domenica 12 continuo il ciclo Fellini e nel pomeriggio mi guardo il divertentissimo Lo sceicco bianco, del 1952.


Sabato 18, dopo una settimana intensa che non mi ha permesso di vedere film, guardo The Ipcress file, film di spionaggio britannico di Sidney J. Furie del 1965. Non un capolavoro, ma prestazione eccellente di Michael Caine (1933).


Domenica 19 nel tardo pomeriggio guardo la prima ora di The Lavender Hill Mob, Ealing comedy del 1951 diretta da Charles Crichton con

Alec Guinness as Henry “Dutch” Holland
Stanley Holloway as Alfred “Al” Pendlebury

e con la primissima, breve apparizione di Audrey Hepburn (1929-1993) as Chiquita.



Poi interrompo il film poco prima delle otto di sera per accogliere Martina e il suo compagno Michele e lo finisco lunedì 20, tornato dal lavoro.


Sabato 25 gennaio, vedo Una storia moderna. L'ape regina di Marco Ferreri, del 1963, con la coppia formata da Ugo Tognazzi (1922-1990) e Marina Vlady (1938). Nel film c'è anche Renzo Fellini, il fratello di Federico, visto da poco ne I vitelloni. Il soggetto del film è di Goffredo Parise.


Sempre sabato, tardi in serata, guardo un bel Siodmak del 1944: Phantom lady.

Febbraio

Sabato 1, mentre aspetto Allan che dovrebbe arrivare alle 22, mi guardo un film di Richard Fleischer del 1971, 10 Rillington Place, con un Richard Attenborough (1923-2014) secondo Allan troppo sopra le righe e rovinato dal pessimo trucco, ma comunque assoluto protagonista.


Domenica 2: guardo The killing, di Stanley Kubrick, del 1956, con Sterling Hayden (1916-1986) e tanti altri attori di secondo piano ma dai volti conosciutissimi; sono quelli che si chiamano “character actor”, o “caratteristi” in italiano.


Domenica 9: prima di scendere per cena da Marco mi guardo il primo film di Marcel Carné, Jenny, del 1936. Ne aveva bisogno Kadija per la sua tesi di magistrale con Morreale, l'ho chiesto a Bruno, il simpatico attore che viene in biblioteca e lui l'ha preso in prestito per me nelle biblioteche municipali di Parigi. è un bel film, con un cast di giovani attori che diventeranno famosissimi pochi anni dopo. La trasformazione più incredibile è quella di Roland Toutain (1905-1977), l'aviatore de La règle du jeu.

Françoise Rosay (1891-1974) : Jenny Gauthier
Albert Préjean (1894-1979): Lucien Dancret
Lisette Lanvin (1913-2004): Danielle Bricart
Charles Vanel (1892-1989): Benoît
Jean-Louis Barrault(1910-1994) : le Dromadaire
Sylvia Bataille (1908-1993): Florence
Margo Lion : Mme Vrack
Roland Toutain : Xavier
Robert Le Vigan : L'Albinos
Blanche Beaume : l'infirmière
Jean Nérys : le médecin
Pierre Piérade
Roger Blin : le malade solitaire
Marcel Mouloudji : l'enfant chanteur des rues
Pierre Piérade : le malade au jeu de dames
Génia Vaury : la dame au chien
Enrico Glori : le fêtard italien
Raymond Segard : le Fiancé londonien
Joseph Kosma : le joueur d'harmonium
René Génin : un clochard
Daniel Clérice
Enrico Glori
Louis Blanche


Sabato 15, preparandomi alla partenza (prevista domani, per Orly): 125, rue Montmartre di Gilles Grangier, del 1959; uno dei primi ruoli di Lino Ventura (1919-1987). Wikipedia: “Le titre du film fait référence à l'adresse des Messageries de la Presse Parisienne où les crieurs venaient prendre les journaux.” Come sono cambiati i tempi… adesso i giornali non li vuole nessuno, nemmeno gratis.


Sabato 22: a Cuneo, nel letto di via Saluzzo, guardiamo uno dei più famosi film sul Po: Ossessione, del 1943, di Luchino Visconti.


Lunedì 24, primo film dopo il ritorno a Parigi: Mujeres al borde de un ataque de nervios, di Pedro Almodóvar, del 1988. Non lo vedevo da tantissimi anni: è divertente, a tratti, ma certo non un capolavoro.


Sabato 29 (“anno bisesto, anno funesto!” e difatti da ieri sto malissimo per una terribile crisi di emicrania oftalmica…) riguardiamo un bellissimo Emmer, Le ragazze di piazza di Spagna (1952), con Lucia Bosè (1931-2020) e… Giorgio Bassani!

Marzo

Domenica 1, nel pomeriggio continuiamo cronologicamente con l'Emmer immediatamente successivo: il delizioso Terza liceo del 1954.

Lunedì 2, proseguiamo il nostri ciclo Emmer riguardando il bel Camilla, appena posteriore al film di ieri, e sempre del 1954. L'ungherese naturalizzato italiano, Gábor Pogány, è il diretore della fotografia.

Sabato 7: Cronache di poveri amanti di Carlo Lizzani del 1954, tratto dal romanzo di Vasco Pratolini, ambientanto nel 1925.

Domenica 8: rivediamo il primo lungometraggio di Michelangelo Antonioni, Cronaca di un amore, del 1950, con Lucia Bosè (1931-2020) e Massimo Girotti (1918-2003) (e con una breve apparizione di Aldo Fabrizi). Notevole, a me è piaciuto di nuovo molto. Inevitabile pensare ai primi film di Bressons.

Lunedì 9: guardiamo i bonus del DVD Senso: interviste ai protagonisti della realizzazione del film e al nipote di Visconti, Luchino.

Martedì 10: guardiamo la prima ora e mezza di Senso, di Luchino Visconti, del 1954. È una copia restaurata dalla Cineteca di Bologna.

Mercoledì 11: finiamo il Visconti, Senso: con lo schermo più vicino di ieri apprezzo di più la qualità delle immagini, ma c'è poco altro, trovo. Le scene di battaglia, di campagna, sembrano più dei presepi che la riproduzione di una reatà passata.

Giovedì 12: guardiamo, con qualche piccolo cedimento, un altro Antonioni: La signora senza camelie, del 1953, sempre con la bellissima Lucia Bosè (1931-2020).

Domenica 15: è il primo giorno di confinamento in casa e guardiamo Strangers on a train di Hitchcock del 1951.


Lunedì 16: ancora in confino (oggi solo una breve passeggiata fino al Monoprix, dove non siamo riusciti entrare perché spaventati dalla coda) guardiamo un secondo Hitchcock, Dial M for murder, del 1954, con una splendida Grace Kelly. Non ricordavo la sequenza allucinata, ellittica, del processo.


Martedì 18 marzo, subito prima di cena, guardiamo il primo cortometraggio di Abbas Kiarostami, Le pain et la rue, di 10“, del 1970. Dopo cena proviamo ad iniziare I confess di Hitchcock ma dopo pochi minuti Brigitta mi chiede di interromperlo.


Mercoledì 19: torniamo ad Antonioni, con Le amiche, del 1955. Lo avevo trovato formalmente bello ma noioso l'ultima volta che lo avevo visto e confermo più o meno i mio giudizio. I diloghi, soprattutto, mi sono sembrati troppo artificiali, anche per un film letterario come questo e di queli anni.


Eleonora Rossi Drago: Clelia
Gabriele Ferzetti: Lorenzo
Franco Fabrizi: Cesare Pedoni, l'architetto
Valentina Cortese: Nene
Yvonne Furneaux: Momina De Stefani
Madeleine Fischer: Rosetta Savoni
Anna Maria Pancani: Mariella
Luciano Volpato: Tony, il fidanzato di Mariella
Maria Gambarelli: la titolare della sartoria
Franco Giacobini:
Ettore Manni: Carlo
Alessandro Fersen:
Isabella Biagini:

I vestiti sono delle Sorelle Fontana. Sceneggiatura di Michelangelo Antonioni, Suso Cecchi D'Amico, Alba de Céspedes, da un racconto di Cesare Pavese, Tra donne sole.


Giovedì 19, guardiamo Totò cerca casa, di Steno e Mario Monicelli, del 1949.


Venerdì 20: vedo per la prima volta un bel Castellani che Brigitta ha visto pochi giorni fa e che le è piaciut molto, al punto che ha già voglia di rivederlo: I sogni nel cassetto del 1957.

Mentre ieri, sabato, non abbiamo guardato niente, oggi, domenica 22, ci siamo visti due film subito dopo pranzo, Pulp fiction, di Quentin Tarantino, del 1994, che Brigitta non aveva mai visto (e io quando lo avevo visto? Solo all'uscita? Non credo, perché me lo ricordavo molto bene, cosa insolita per me)

“Prologue – The Diner” (i)
Prelude to “Vincent Vega and Marsellus Wallace's Wife”
“Vincent Vega and Marsellus Wallace's Wife”
Prelude to “The Gold Watch” (a – flashback, b – present)
“The Gold Watch”
“The Bonnie Situation”
“Epilogue – The Diner” (ii)


e poi Totò a Parigi, di Camillo Mastrocinque, del 1958, con Sylva Koscina (1933-1994).


Martedì 24 guardiamo, prima di cena, I soliti ignoti di Monicelli, del 1958.


Mercoledì 25, iniziamo La ragazza con la valigia (è un'idea di Brigitta, io prevedevo che fosse un film noiosissimo) di Valerio Zurlini del 1961, ma ci stanchiamo dopo poco più di mezz'ora. Adriana Asti Doppia la Cardinale. La zia è Luciana Angiolillo, che fa la mamma in Camilla e la moglie di Gassman ne Il sorpasso.


Giovedì 26, guardiamo uno dei Monicelli pre-I soliti ignoti (1958), cioè Un eroe dei nostri tempi, del 1955. Sceneggiatura di Rodolfo Sonego, alla sue terza collaborazione con Sordi, dopo Il seduttore, regia di Franco Rossi, del 1954 e Mio figlio Nerone, di Steno, del 1956.


Venerdì 27, iniziamo a guardare dei Ford, come avevamo previsto da tempo; il primo è Stagecoach, uscito negli Stati Uniti il 3 marzo 1939, e in Italia il 2 novembre, con il titolo di Ombre rosse.


Domenica 29, prima di cena guardiamo il lungo Tarantino successivo a Pulp fiction, cioè Jackie Brown, del 1997. Ad entrami è piaciuto di più del film precedente; anche questo film, che io avevo visto solo una volta, con Judith, quando uscì nei cinema parigini nel 1998, me lo ricordavo molto bene.


Lunedì 30, dopo cena guardo da solo il violentissimo (non è un sorpresa) A history of violence di Cronenberg, del 2005. Brigitta si rifiuta di guardarlo con me, poco attirata da un regista che reputa giustamente eccessivamente angosciante, ma del quale allo stesso tempo sottostima la bravura.


Martedì 31, guardiamo i primi 40 minuti di The Seven Year Itch di Billy Wilder, del 1955.

Aprile

Mercoledì 1, su suggerimento di Mariolina guardiamo un Maselli del 1955 con Lucia Bosè (1931-2020), Gli sbandati. Ci sono anche Isa Miranda, Goliarda Sapienza e Mario Girotti, cioè Terence Hill (che però non sono riuscito ad identificare).


Giovedì 2, Brigitta giustamente insiste perché io veda i cortometraggi che da Bologna, Il cinema ritrovato sta mettendo online ogni giovedì. Allora guardiamo insieme la terza e quarta puntata di questa serie “Fuori sala”.

e poi finiamo The Seven Year Itch di Billy Wilder: sempre molto divertente, anche se non per Brigitta che trova l'atteggiamento di Marylin con l'uomo spostato veramente troppo sconveniente.


Venerdì 3: finiamo il lunghissimo — e noiosissimo! — Zurlini iniziato mercoledì, La ragazza con la valigia, del 1961.



Claudia Cardinale (1938): Aida
Jacques Perrin (1941): Lorenzo Fainardi
Luciana Angiolillo: la zia
Renato Baldini: Francia
Riccardo Garrone: Romolo
Elsa Albani: Lucia
Corrado Pani: Marcello Fainardi
Gian Maria Volonté: Piero Benotti
Romolo Valli: don Pietro Introna
Ciccio Barbi: Crosia


Sabato 4, subito dopo pranzo, guardiamo Sogni d'oro, di Moretti, del 1981, mandato in onda in questi giorni da Arte, con sottotitoli francesi curati da Bernard Eisenschitz (1944).

Nanni Moretti: Michele Apicella
Piera Degli Esposti (1938): la madre
Dario Cantarelli: il critico
Nicola Di Pinto: Nicola
Alessandro Haber (1947): Gaetano
Laura Morante (1956): Silvia
Gigio Morra: Gigio Cimino
Giampiero Mughini: presentatore
Remo Remotti: Sigmund Freud
Sabina Vannucchi (1959): Anna Freud
Tatti Sanguineti: aiuto regista
Claudio Spadaro: Claudio


In serata guardiamo ancora il primo film che Rodolfo Sonego (1921-2000) ha scritto per Sordi, Il seduttore, del 1954, con la regia di Franco Rossi. Alcuni elementi, come l'agendina e il cappello, verranno ripresi l'anno dopo da Monicelli in Un eroe dei nostri tempi.


Domenica 5: grazie a Massimo, che me lo ha inviato pochi giorni fa, guardiamo Un marito per Anna Zaccheo di Giuseppe De Santis del 1953.

Silvana Pampanini: Anna Zaccheo
Amedeo Nazzari: dottor Illuminato
Massimo Girotti: Andrea Grazzi
Umberto Spadaro: don Antonio Percucoco


Lunedì 6: guardiamo Le journal d'une femme de chambre di Luis Buñuel, del 1964.

Jeanne Moreau : Célestine, la nouvelle femme de chambre
Georges Géret : Joseph, le palefrenier, militant extrémiste
Michel Piccoli : M. Monteil, le maître de maison, obsédé sexuel
Françoise Lugagne : Mme Monteil, la maîtresse de maison
Jean Ozenne : M. Rabour, le père de Mme Monteil, fétichiste
Daniel Ivernel : le capitaine Mauger, le voisin des Monteil
Gilberte Géniat : Rose, la compagne du capitaine
Jean-Claude Carrière : le curé du village
Muni : Marianne, la domestique des Monteil
Bernard Musson : le sacristain, extrémiste et ami de Joseph
Claude Jaeger : le juge d'instruction
Dominique Sauvage : Claire, la petite fille assassinée
Madeleine Damien : la cuisinière des Monteil
Geymond Vital : le brigadier sur le quai de la gare
Marcel Rouzé : le chef de gare
Jeanne Pérez : la commère
Andrée Tainsy : la paysanne
Pierre Collet : le voyageur
Aline Bertrand : la voyageuse
Joëlle Bernard : la compagne de Joseph
Marc Eyraud : le secrétaire du commissaire
Gabriel Gobin : le brigadier qui vient arrêter Joseph
Dominique Zardi : le gendarme qui passe les menottes à Joseph


Prima di dormire guardo ancora il famoso Dîner de cons, di Francis Veber del 1998. Un classico cmapione del botteghino degli anni Novanta, con l'orribile fotografia degli anni Novanta.

Jacques Villeret : François Pignon, employé à l'administration des impôts
Thierry Lhermitte : Pierre Brochant, éditeur
Francis Huster : Juste Leblanc, écrivain
Daniel Prévost : Lucien Cheval, le contrôleur fiscal
Alexandra Vandernoot : Christine Brochant, la femme de Pierre
Catherine Frot : Marlène Sasseur
Edgar Givry : Jean Cordier, l'ami de Pierre qui rencontre Pignon dans le train
Christian Pereira : le docteur Sorbier
Pétronille Moss : Louisette Blond, une collègue de François


Martedì 7, nel pomeriggio subito dopo pranzo, grazie ad un consiglio scellerato dell'amica di Brigitta Federica guardiamo un bruttissimo film tratto dalla pièce Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg, regia di Luciano Salce, correva l'anno maledetto 1967. Mi addormento per qualche minuto soltanto, purtroppo.


In serata per fortuna toniamo ai capolavori del cinema con Il generale Della Rovere, di Rossellini, del 1959. Una storia di doppio, ma con la particolarità che il doppio finisce per coincidere e per diventare un solo personaggio.


Nell'ultima foto si vedone degli ebrei che in prigione, poco prima di andare incontro alla fucilazione, recitano “Ani Ma'amin” [אני מאמין] (io credo). Ani ma'amin be-emunah shelemah (“I believe with full faith”).


Vittorio De Sica: Emanuele Bardone
Hannes Messemer: colonnello Müller
Vittorio Caprioli: Aristide Banchelli
Sandra Milo: Olga
Giovanna Ralli: Valeria
Anne Vernon: Clara Fassio
Nando Angelini: Paolo
Herbert Fischer: sergente Walter Hageman
Mary Greco: madama Vera
Bernardino Menicacci: secondino
Lucia Modugno: partigiana
Luciano Pigozzi: detenuto spazzino


Mercoledì 8, dopo cena guardiamo il cortometraggio di Carlo Licheri, La guerra è finita, ancora in fase di postproduzione, e siamo entrambi colpiti dalla bravura del nostro amico sardo.


Dopo, mi vedo da solo Lola Montès, di Ophuls, del 1955.


Giovedì 9, dopo cena guardiamo un divertente film con Sordi (ma questo non è scritto da Sonego) e De Sica, Il conte max, del 1957, di Giorgio Bianchi.

Vittorio De Sica: Conte Max Orsini Varaldo
Alberto Sordi: Alberto Boccetti
Jacinto San Emeterio: Don Juan De Figueroa
Susanna Canales: Lauretta Campo
Diletta D'Andrea: Pucci
Mino Doro: Maggiore Amadori
Tina Pica: La zia
Juan Calvo: Lo zio Giovanni
Anne Vernon: Baronessa Elena di Villombrosa


Venerdì 10, ad un anno di distanza dall'ultima volta, riguardiamo Sunset bldv. di Billy Wilder del 1950. È un film che ho sempre voglia di rivedere, e che mi godo ogni volta. Le casa di Norma non ha serrature, sono state tolte per poterla salvare più facilmente nel caso tenti nuovamente di suicidarsi. Lui è perennemente sotto osservazione, e quando Norma spegne la luce nella sua camere, i buchi delle serrature tolte sembrano degli occhi che — finalmente! — si chiudono.


Domenica 12, oggi è Pasqua e continua il confino; poco dopo un pranzo molto leggero guardiamo un Soldati raro che Massimo è riuscito a procurarci: Fuga in Francia del 1948.

Folco Lulli: Riccardo Torre
Enrico Olivieri: Fabrizio Torre
Rosina Mirafiore: Pierina
Pietro Germi: Tembien
Mario Vercellone: Gino
Giovanni Dufour: il tunisino
Cesare Olivieri: padre Giacomo
Gino Apostolo: brigadiere
Gianni Luda: contrabbandiere
Mario Soldati: dottor Stiffi

Soggetto: Carlo Musso, Ennio Flaiano, Mario Soldati
Sceneggiatura: Carlo Musso, Ennio Flaiano, Mario Soldati, con la partecipazione di Mario Bonfantini, Emilio Cecchi, Cesare Pavese.


Tardi in serata guardo ancora Fear and loathing in Las Vegas, di Terry Gilliam, del 1998.


Lunedì 13, Pasquetta, o Lunedì dell'Angelo: dopo l'allocuzione nella quale Macron ha annunciato che il confino viene prolungato fino a domenica 10 maggio… continuiamo il ciclo Soldati e ci guardiamo Eugenie Grandet, del 1947.


Mercoledì 15 guardiamo un altro Soldati raro che Massimo è riustito a procurarci: La mano dello straniero del 1954.

Alida Valli: Roberta Gleukovitch
Trevor Howard: Maggiore Court
Richard Basehart: Joe Hamstringer
Richard O'Sullivan: Roger Court
Eduardo Ciannelli: Dottor Vivaldi
Giorgio Costantini: Peskovitch
Arnoldo Foà: Commissario
Guido Celano: Questore
Angelo Cecchelin: Luza


Giovedì 16: Brigitta non sta molto bene e io mi guardo da solo Twelve monkeys, il Gilliam del 1995 che precede di tre anni Fear and loathing in Las Vegas. Il film si ispira a La Jetée di Chris Marker, del 1962.

Estetica pesantemente anni Novanta, molto distante dalla bellezza delle immagini di Marker. Interpretazione pessima di Brad Pitt. Scenografia post-apocalittica curata ed impressionante, come capita spesso nei film di Gilliam.


Domenica 19, subito dopo pranzo: Le boucher, classico Chabrol del 1970 che rivedo sempre con gusto.

Stéphane Audran : Hélène Davile
Jean Yanne : Paul Thomas, dit “Popaul”
Roger Rudel : inspecteur Grumbach
William Guérault : Charles
Mario Beccaria : Léon Hamel
Antonio Passalia : Angelo
Pascal Ferone : Père Charpy
Dominique Zardi : doublure chant d'Antonio Passalia
Les habitants de Trémolat


Lunedì 20, dopo cena, riusciamo a guardare integralmente Donatella di Mario Monicelli, del 1956. Film curioso e divertente, quasi la copia di un film che avrebbero potuto girare degli americani a Roma. Colori da cartoline anni Cinquanta.

Elsa Martinelli: Donatella
Alan Furlan: Giancarlo
Liliana Bonfatti: infermiera del veterinario
Walter Chiari: Guido
Aldo Fabrizi: padre di Donatella
Xavier Cugat: sé stesso
Gabriele Ferzetti: Maurizio
Abbe Lane: sé stessa
Giancarlo Nicotra: Aiutante del benzinaio
Giuseppe Porelli: Pasquale
Giovanna Pala: Maria Laura


Martedì 21, subito dopo pranzo, guardiamo un Monicelli del 1953, cioè di 3 anni precedente a quello di ieri sera: Le infedeli.

Gina Lollobrigida : Lulla Possenti
Pierre Cressoy: Osvaldo
May Britt: Liliana
Tania Weber: amica di Lulla
Marina Vlady: Marisa
Irene Papas: Luisa Azzali
Anna Maria Ferrero: Cesarina
Tina Lattanzi: Carla Bellaris
Carlo Romano: Giovanni Azzali
Giulio Calì: Cantagalli
Margherita Bagni: madre di Marisa
Milko Skofic: Guido
Carlo Mazzarella: Luigi
Paolo Ferrara: commissario


Venerdì 24: guardiamo un ennesimo Soldati ritrovato da Massimo, questa volta è il turno de È l'amor che mi rovina, del 1951. Un film bruttino che spesso sfiora il grottesco. Anche Walter Chiari e Lucia Bosè sfigurano, forse anche a causa della direzione di Soldati?


Sabato 25: da solo, mentre Brigitta guarda un altro film sul divano, vedo per l'ennesima volta Le doulos di Melville (1962), in una copia nuova, HEVC (h265), “encoded by Sartre”. Lo avevo visto per l'ultima volta il 21 aprile 2013, cioè quasi esattamente sette anni fa!


Domenica 26, guardiamo il secondo film di Alberto Lattuada, La freccia nel fianco, iniziato nel 1943 e poi terminato da Mario Costa ed uscito nel 1945. Fa parte dei cosiddetti “film calligrafici”, ed è piaciuto molto sia a Brigitta che a me. Molto raffinata e affascinante l'attrice protagonista, Mariella Lotti (1919-2004).

Leonardo Cortese: Brunello
Mariella Lotti: Nicoletta
Roldano Lupi: Barbano
Alanova: Dolores
Cesare Barbetti: Brunello da bambino
Galeazzo Benti: Duccio Massenti
Sandro Ruffini: Traldi
Alberto Capozzi: esattore
Enzo Biliotti: Salapolli
Gina Sammarco: signora Dossena
Paola Borboni: baronessa Masiero
Carlo Lombardi: Giantoni
Liliana Laine: Maria
Emilio Petacci: commendator Dossena
Saro Urzì

Nicoletta, pochi momenti prima di decidere se raggiungere o meno Brunello nella sua stanza, legge casualmente il Salmo 69 dalla Bibbia che era caduta dal comodino del marito, prima che quest'ultimo se ne andasse e le lasciasse la possibilità di scegliere il suo destino.


Martedì 28, la sera tardi, da solo, mi guardo Porco Rosso, del 1992, di Hayao Miyazaki.


Giovedì 30: rivediamo La règle du jeu, con i sottotitoli in italiano per aiutare Brigitta.

Maggio

Venerdì 1: Bunny Lake is missing di Otto Preminger.


Sabato 2, mentre Brigitta fa una videochiamata con delle amiche, mi guardo il primo lungometraggio di Cédric Klapisch, del 1992: Riens du tout. Un bel film anni Novanta con Nathalie Richard.


Domenica 3, da solo, dopo le 22, mi guardo A place in the sun, del 1951, di George Stevens.


Martedì 5 guardiamo uno dei DVD di Lattuata che ho portato dalla biblioteca, dove sono stato oggi: La spiaggia, del 1954. Un bel film, ma strano, con delle incongruenze evidenti.


Venerdì 8: iniziamo, ma molto tardi, un altro Lattuada, Guendalina, del 1957. Purtroppo il DVD in versione francese che ho portato dalla biblioteca non funziona; la versione di YouTube è integrale ma di pessima qualità. Non sono particolarmente attratto da Jacqueline Sassard (1940), come Brigitta, e preferisco di molto la madre, nel film, cioè Sylva Kiscina (1933-1994), che ha solo sette anni più del personaggio di sua figlia… chiedo a Brigitta di interromperlo ad una mezz'ora prima della fine, perché sono troppo stanco.


Domenica 10: guardo un vecchio Frears del 1984 ambientato in Spagna, The hit. Un bel road movie, con accenni di misticismo.


Lunedì 11, mi guardo Meet John Doe, di Frank Capra del 1941, ma nonostante Barbara Stanwyck (1907-1990) non riesco ad arrivare alla fine; a mia discolpa devo dire che abbiamo lavato le federe del divano e sono un po' scomodo, sulla poltrona.

Martedì 12, finisco il Capra, ma anche questa sera sono stanco e mi appisolo per qualche minuto perdendo qualche scena.


Venerdì 15, guardiamo la prima mezz'ora di Carrie di Wyler, del 1952, con Laurence Olivier e Jennifer Jones.

Sabato 16, finiamo Carrie.

Domenica 17: altro Wyler, il bellissimo The children's hour, del 1961, con Audrey Hepburn, “Karen Wright” e Shirley MacLaine, “Martha Dobie”. finisce in un bel cimitero, con Audrey che legge il Numbers 6,24-26:

The Lord bless and keep you,
and make his face to shine upon you,
and give you peace,
both now and evermore.

film_2020.1589812847.txt.gz · Last modified: 2020/05/18 16:40 by francesco