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bellomo-carrai_2019

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Table of Contents

INTRODUZIONE AL PURGATORIO

La dimora degli espíanti.
Un poema odeporico.
La porta e l'antimodello orfico.
Palingensesi spirituale.
Arte e artisti.
Emulazione e progressione poetica.


Piccolo glossario del commento dei due primi volumi, Inferno e Purgatorio:

A

Abigeato, [s. m. [dal lat. tardo abigeatus -us; v. abigeo]. – Reato consistente nel furto di bestiame]: If 395.

Adnominatio: If I,5,36.

Allitterazione: If XVII,136.

Allotropo: If XIV,13,105 (a. gallicizzante).

Amplificazione: If [XX],331 (figure di a.).

Anacoluto: If I,117.

Anacronismo: If I,68.

Anadiplosi: Pg XXII,2.

Anafora: If I,85-86; 129 (a. intensiva); II,140; V,25-27; [XXII],361.

Anfesibena: If XXV, 122n.

Anfibologica: If XVIII,66 (potrebbe convivere in chiave a. con il primp significato).

Apocope: If I,112.

Aposiopesi: If 376.

Apotema (cono rovesciato lungo l'): If 233.

Apposizione: If IV,96-96.

Aspre: If [XXII],360 (rime “a.”).

Assimilato: If IV,72,124.

Assimilazione: If XXVI,6.

Assonanza: If 251.

Avverbiale: If XXVI,10.

Avversativo: If I,13.

Azzardata: If I,3 (metonimia).

B

Brachilogica (espressione), [caratterizzato da brachilogia; conciso, privo di amplificazioni retoriche]: If XXVIII, 22-23.

Bruttare: If XIII, 10n.

C

Capfinidad [capfinida agg. f., provenz. [comp. di cap «capo» e fin «fine», col suff. participiale femm. -ida]. – Termine usato con riferimento alla poesia provenzale per indicare le strofe (dette appunto in provenz. coblas capfinidas) legate fra loro mediante ripetizione della parola o delle parole finali di ciascuna strofa all’inizio della strofa seguente. Per estens., sono dette strofe capfinidas anche quelle presenti in canzoni e ballate dell’antica poesia italiana.]: If [X],164; [XX],330.

Captatio benevolentiae: If 103; XVI,79-81.

Catacresi, If XXIX,139

Catalografico: If I,84 (tecnicismo c.).

Causale (congiunzione): If I,3.

Chiasmo: If XXVI,23; Pg II,12n

Comparatio domestica: If XVI,3.

Conativo (valore), [forma verbale che esprime la volontà o lo sforzo, il tentativo di compiere un’azione]: If XXIII, 18n.

Concessivo: If IV,64 (valore c.).

Correlativo: If XXVI,34.

Correlativo oggettivo: If 73.

Culti: If 231.

D

Deittico, [che designa con evidenza, con precisione; in partic., riferito a pronome o aggettivo, sinon. di dimostrativo. Con sign. più ampio, in linguistica, elementi o fattori d., quelli che servono a situare l’enunciato nello spazio e nel tempo, e a precisare chi sia il soggetto parlante e quello ascoltante]: If 555.

Denominale: If XXV, 3n, 114n.; Pg XIX,100 (“Intra Sïestri e Chiaveri s'adima”: 'discende', d. da imo 'basso'); XXII,62

Derivativa: If XXVI,12. (rima d.).

Dettatoria (retorica): If 202.

Deverbale: If IV,9.

Dialefe: If I,11; Pg XXIII,2n

Diatesi: If XXII,138 (d. passiva con volare di riflessivo reciproco).

Dichiarativo: If IV,7 (“modulo d. di passaggio”).

Dictamina: If 254.

Dieretico: Pg XXIII,2n

Diffrazione: If 75 (“d. interpretativa che ha pesato a lungo sul canto”).

Dittologia: If I,97 (d. sinonimica); Pg XXII,132; XXXII,1

Diuturno, [per lungo tempo]: If XVI, 127-29.

Durativo: If 295 (imperfetto d.).

E

Ecdotico (azzardo), If XXVIII,135.

Ellittica: If I,67 (forma e.).

Emergenza: If V,25-27 (“una e. del narratore che scava nella memoria e rivive l'esperienza”).

Emulazione: If [XVII],281.

Enclitico: Pg XXII,113.

Endiadi: If I,90,112; XVIII,62 (e. formulare).

Entomologico: If XXVI,28 (ambito e.).

Epifrasi: Pg VIII,30n.

Epitesi, [aggiunta di qualche fonema alla fine di una parola (è detta anche paragoge)]: If XXXI,67.

Epitetico: If II,140; XVIII,87; XXVI,15; Pg XXII,107.

Eponimo: If V,107; [XIV],[219].

Equestre: Pg XXII,20.

Equivoca (rima): If I,36; XXV,76; XXVI,10; Pg VIII,27.

Equoree (profondità), [agg. [dal lat. aequoreus, der. di aequor -ŏris «mare, superficie piana», der. di aequus «uguale, piano»], poet. – Del mare, marino: nell’aprica terra … o nell’e. seno (Leopardi); per l’e. via (Carducci)]: If 269.

Esornativa: If [XX],332 (estetica e.).

Esplicativa: If I,103 (relativa e.).

Etera: If 285; XVIII,133 (e. terenziana).

Etimologica (figura): Pg XXII,59-60.

Euristico: If [XV],249.

Evemeristica [evemerismo s. m. – La dottrina razionalistica dello scrittore greco Evemero (4°-3° sec. a.C.), secondo la quale gli dèi non sarebbero altro che potenti sovrani o eroi del passato, che erano riusciti, in virtù della saggezza o del valore, ad attribuirsi la natura divina e l’adorazione di contemporanei e posteri; combattuta dagli antichi greci e poco diffusa nel mondo romano, la dottrina fu accolta invece dagli apologisti cristiani come dimostrazione della falsità del politeismo, e ha tuttora non poca fortuna come teoria esplicativa nella moderna storia delle religioni.]: If [XX],331 (in chiave e.).

Exemplum: If [XXII],361.

Exemplum fictum: If XV, 96-96.

F

Fabule: If 166.

Faeritas: If [253].

Fonosimbolico: If I,115 (ripercuotersi f.).

Francesismo: If I,109.

Franta (rima), If XXVIII, 123

Frequentativo: If II,122; Pg XIV,12n.

Frequentativo-processuale: If IV,65 (“funzione f.-p.”).

G

Gallicismo: If I,106; IV,86.

Gnomica: If XVI,118-20.

I

Icastica: If I,3 (metonimia).

Identica: If XXVI,10 (rima i.).

Idiotismi: If XXII,360.

Idrografia: If [XIV],[219]-220; [XX],332.

Imitazione: If [XVII],281.

Imperfetta: If I,46 (rima).

Incattivita: If XVI,134-35 (l'ancora i.).

Iperbato, [s. m. [dal lat. hyperbăton, gr. ὑπέρβατον, «trasposizione»]. – In genere, collocazione delle parole in ordine inverso dal consueto; diversamente dall’anastrofe, forma di «metatesi a contatto» che riguarda la disposizione reciproca delle parole di un sintagma ed è perciò un fatto meramente sintattico, l’iperbato è una figura stilistica, che costituisce una «metatesi a distanza» e consiste nell’inserire in un sintagma, o nel preporre a questo, elementi della frase da esso logicamente dipendenti, al fine di ottenere particolari effetti di suggestione poetica. Così, per es., nel verso del T. Tasso (Ger. Lib. VI, 104): O belle a gli occhi miei tende latine!, o nel verso del Foscolo (Sepolcri, 172): Mille di fiori al ciel mandano incensi]: If XXVIII, 22-23.

Iperbole: If VI,73.

Iperbolica: If I,3 (metonimia).

Ipocorismo: Pg 388

Ipostasi: If 104 (“Cerbero, i. del vizio).

L

Laqueus: If [XVI],255.

Limbicoli: If IV,84,150 (“ove risiedono gli altri l.”).

Limitativa: If I,103 (relativa l.).

Litote: If VI,9.

M

Macrocosmo: If [XIV],220.

Memoria: If II,6; V,25-27 (“una emergenza del narratore che scava nella m. e rivive l'esperienza”); [XXII],361 (col puntiglio di un esercizio di m.).

Metafora: Pg VIII,27n,37n; XXII,20,51.

Metalessi (o metalèpsi), [s. f. [dal lat. metalepsis, gr. μετάληψις, propr. «sostituzione», der. di μεταλαμβάνω «prendere invece»]. – Figura, molto rara, della retorica classica, tipo particolare di metonimia consistente nel sostituire il termine proprio non col suo immediato traslato, ma passando attraverso gradi intermedî]: If XXV, 96n.

Metaplasmo: If II,97 (“metaplasmo di genere”).

Metonimia: If I,20,119; Pg VIII,37.

Microcosmo: If [XIV],220.

Modale: If I,3; II,6 (“relativa con valore m.”); XXV,16.

Municipalismo: If [XX],332 (”introcque“).

O

Oblitera [2. letter. In senso fig., cancellare, far svanire dalla memoria]: If I,48,107-8; 94.

Occhio (rima per), If XXXI, 67

Odeporica (struttura), If XLVIII: [dal gr. ὁδοιπορικός agg. der. di ὁδοιπορία «viaggio»] (pl. m. -ci), letter. – 1. agg. Che è proprio di un viaggio, che riguarda un viaggio. 2. s. m. Descrizione di un viaggio, resoconto di notizie, esperienze e sim. raccolte durante un viaggio.

Offa: If 93.

Orografia [Parte della geografia fisica che studia e descrive le caratteristiche dei rilievi montuosi.]: If [XX],332.

Ossimoro/ossimorica: If XV,111 (“di tal tigna brama”, metafora o.); [XX],330 (apparente o.).

Ossìtona (forma), [agg. [dal gr. ὀξύτονος, comp. di ὀξύς «acuto» e τόνος «accento»]. – Nella grammatica greca, di parola che ha l’accento acuto sulla vocale dell’ultima sillaba (anche come s. f., le ossitone, o, non com., come s. m., gli ossitoni). Il termine è usato anche per lingue diverse dal greco, per indicare parole accentate sull’ultima sillaba]: If I,75; XXXI, 67

Ottativo, [modo che nel sistema verbale di alcune lingue ha la funzione di esprimere il desiderio e la possibilità]: If XVI,127-29; XXII, 68.

P

Paraipotattico [paraipotassi s. f. [comp. di para(tassi) e ipotassi]. – Procedimento sintattico, largamente diffuso nell’italiano dei primi secoli, in cui l’ipotassi (subordinazione) è modificata da un elemento proprio della paratassi (coordinazione), così che il periodo si costruisce premettendo una prop. secondaria (temporale, condizionale, comparativa, o anche causale), di forma esplicita o di forma implicita, al gerundio o al part. pass., e riprendendo la prop. principale con e (o anche sì, nel senso di così), o altra parola pleonastica (per es., con e: in Dante, Inf. XXX, 115: s’io dissi falso, e tu falsasti il conio; o in Boccaccio, Decameron VIII, 9: E finita la canzone, e ’l maestro disse …).]: Pg VIII,94;

Parallelismi: If [XXII],361.

Paronomasia [paronomàṡia (o paronomaṡìa) s. f. [dal lat. tardo paronomasĭa, dal gr. παρονομασία, comp. di παρα- «para-2» e ὀνομασία «denominazione», der. di ὄνομα «nome»]. – Figura retorica (detta comunem. bisticcio o annominazione), per la quale si accostano due parole di suono simile o uguale, generalm. per mettere in risalto l’opposizione dei significati (per es.: traduttore, traditore; chi dice donna dice danno).]: Pg XXV,1n

Paronomastica (rima): Pg XXII,141

Perifrastico: If XVIII,127 (imperativo p.).

Plazer: [XXII],361.

Pleonastico: Pg XXII,90

Poetrie: If [XX],331 (p. medievali).

Poliptoto (non com. polittòto) [s. m. [dal lat. tardo polyptoton, gr. πολύπτωτον, neutro sostantivato dell’agg. πολύπτωτος «dai molti casi», comp. di πολυ- «poli-» e πτωτός agg. verbale di πίπτω «cadere»]. – Figura retorica che consiste nel riprendere in frasi successive di un periodo una parola, di solito la prima, della frase iniziale (o anche nel riprendere la parola nella frase stessa) mutando il caso o il genere o il numero. Per es.: «quantum nomen eius fuerit, quantae opes, quanta in omni genere bellorum gloria, quanti honores populi Romani» (Cicerone, Pro Deiotaro, 12)]: If VI,42; XIII, 25n; XXVI,19 (p. temporale); Pg XXI,100, 104, 119.

Posposto: Pg VIII,71.

Pour cause: If 70; Pg VIII,73.

Poziore: If XIV,83 (p. sul piano stemmatico).

Prammatica, di: If 103.

Predicativa: If II,76-78 (“funzione p.”).

Presbiopia: If 236.

Pretto: If XX,130 (fiorentino p.); Pg XXII,40-41 (latinismo p.)

Prolessi; prolettici [figura retorica consistente nel prevenire, confutandola, una possibile obiezione]: If 407; 554

Prosimetri: If 236.

Protonia, protonica [la condizione cioè della sillaba […] (o della vocale, del dittongo, della consonante) che nella parola viene prima della sillaba accentata]: If XVI, 127-29; XXIII, 63.

Pruderie: If XIV,80 (ottocentesca p.).

Q

Qualitativa: If I,78 (pienezza q.).

Quantitativa: If I,78 (totalità q.).

R

Redenzione: If [XIV],220

Regulati: If [XX],330.

Reduplicazione: If XVII,134 (r. intensiva);

Resistenza: If XVIII,116.

Retorico: If [XXII],361 (istituto r.).

Riflessivo: Pg XXII,90

S

Scempia, [semplice, non doppia]: If XVI, 127-29.

Serventese: If 70 (“nel metro del s.”).

Settemplice: Pg 186.

Siciliana: If I,46 (rima).

Sincopata: If IV,72; Pg XXII,89

Sincope: If XXVI,6.

Sineddoche: If XVII,125-26; Pg II,68.

Sinestesia: If I,60,63; V,28.

Sinonimica: Pg XXXII,1n

Sinopia [s. f. [der. del nome della città di Sinope, sul Mar Nero, da cui proveniva originariamente questo colore; cfr. lat. sinōpis e gr. σινωπίς, con lo stesso sign.]. – 1. Colore rossastro adoperato dagli antichi, del quale non sono bene accertate la composizione e la gradazione, usato anche, e perciò soprattutto noto, per delineare direttamente e in grandi proporzioni, il disegno preparatorio degli affreschi sull’arriccio, sopra un primo abbozzo eseguito a carboncino; anche, il disegno così tracciato, coperto dall’intonaco dipinto e restituito dalle moderne tecniche di restauro.]: If I,116 (l'originaria s.).

Sostantivato: If II,138 (“participio sostantivato”).

Specola [3. letter. Più genericam., osservatorio, luogo d’osservazione]: If [x] (qualche diversa s.); [IV],70 (a seconda della s.); [VI],104 (Ciacco gode di una s. privilegiata); [X],164 (allontanando la s.); [XX],332; XXVI,25-33 (una precisa s. soprelevata).

T

Teratologico (gusto), [s. f. [dal gr. τερατολογία, propr. «esposizione, raccolta di cose mostruose», comp. di τερατο- «terato-» e -λογία «-logia»]]: If 269

Tertium comparationis: If XV,122; [XVIII],285.

Testò (fece testamento), If 526

Tobler-Mussafia (legge di): Pg XXII,113.

Tralignamento [der. di linea, propr. «scostarsi dalla linea della propria parentela, dal proprio lignaggio», col pref. tra-]: If 167.

Transitivo: If IV,104 (“parlando cose”); XV,122 (“corrono a Verona il drappo verde”, costruzione t.).

Transumptio: If 167.

Transvalutazione: If I,41-43.

Tregende: If [[XX],331.

Tricolon: If VI,97-99.

Trittologia: If I,5.

V

Verecundia, [“è una paura di disonoranza per fallo commesso”]: If I,81; XVII,89-90.

Vicario: If XXV,132n.

Villerecce: If 250 (metafore umili e v.).

Vitande: If XX,130 (espressioni v.).

Z

Zeppa: If II,76-78 (“che saprebbe di z.”).

Zeugma, [s. m. [dal lat. tardo zeugma, gr. ζεῦγμα, propr. «legame, unione», der. del tema di ζεύγνυμι «unire, aggiogare»] (pl. -i). – Una delle cosiddette «figure grammaticali», consistente nel far dipendere da un unico predicato due complementi o due costrutti diversi, dei quali uno solo si conviene a quel predicato, come nel noto verso dantesco: Parlare e lagrimar vedrai insieme (Inf. XXXIII, 9), dove vedrai si adatta soltanto a lacrimare, non a parlare]: If XV, 95-96; XXXIII, 9.

bellomo-carrai_2019.1589267502.txt.gz · Last modified: 2020/05/12 09:11 by francesco